La chiesa ha origine nel 1948 dalla decisione della Congregazione del Santissimo Sacramento di costruire un nuovo edificio come sede della propria curia generalizia a Roma nel terreno acquistato in via Giovanni Battista de Rossi. Il vicariato di Roma pose come condizione per l'approvazione del progetto la costruzione, all'interno del nuovo complesso dei religiosi del Santissimo Sacramento, di una chiesa aperta al pubblico eretta a parrocchia, per soddisfare i bisogni pastorali della zona circostante.
Un primo progetto presentato venne rifiutato, perché ritenuto non idoneo alle esigenze pastorali e non in linea con il luogo e l'ambiente in cui doveva essere costruita la chiesa.
Nel marzo 1950 l'architetto Bruno Maria Apollonj Ghetti presentò un progetto che venne approvato dal Consiglio di Antichità e Belle Arti. I lavori di costruzione iniziarono subito dopo e terminarono nel 1955: il 14 giugno di quell'anno la chiesa fu inaugurata, ed eretta a parrocchia il 19 ottobre seguente con il decreto del cardinale vicario Clemente Micara Nominem quidam ed affidata alla Congregazione dei Sacerdoti del Santissimo Sacramento.
Nel frattempo, al titolo originale di "Nostra Signora del Santissimo Sacramento", fu aggiunto quello dei "Santi martiri canadesi" del XVII secolo, per farne la chiesa nazionale del Canada. Il cardinale Paul-Émile Léger la consacrò solennemente il 1º novembre 1962.
Essa è sede del titolo cardinalizio di “Nostra Signora del Santissimo Sacramento e Santi Martiri Canadesi”.
La Parrocchia Nostra Signora del Santissimo Sacramento e Santi Martiri Canadesi è sempre stata sotto la guida della Provincia Nostra Signora del Santissimo Sacramento (Italia).
Nel 2010, visto il numero crescente di religiosi anziani e la scarsità di vocazioni, la suddetta provincia aveva chiesto al Consiglio generale dell'epoca la possibilità di ritirarsi dalla gestione della parrocchia e di affidarla ad altre province o regioni.
Nel mese di novembre 2019, in occasione dell'assemblea dei responsabili della Conferenza Africana (CA) tenutasi a Brazzaville, il Consiglio generale, dopo tanti anni di riflessione sulla situazione, ha chiesto alla suddetta conferenza di assumere, nella misura del possibile, la conduzione della parrocchia Nostra Signora del Santissimo Sacramento e Santi Martiri Canadesi. Domanda che è stata accettata dai membri della
CA.
Martedì 8 dicembre 2020, festa dell'Immacolata Concezione, Padre Nicaise è stato insediato come parroco della Parrocchia. La celebrazione eucaristica è stata presieduta da sua eccellenza Monsignor Guerino Di Tora, Vescovo ausiliare incaricato del settore Nord di Roma.
La spiritualità e la missione della Congregazione scaturisce dall’Eucaristia, il sacramento della Cena del Signore, istituito da lui stesso come sacramento di amore e di vita per il mondo. Così, come lo dice la Regola di vita al numero 1, lo scopo della Congregazione è di “vivere pienamente il mistero dell’Eucaristia e di rivelarne il significato, perché venga il regno di Cristo e sia manifestato al mondo la gloria di Dio”, promuovendo la centralità di questo sacramento, forza di rinnovamento della Chiesa e della Società. Nella pratica, questo comporta che i membri della Congregazione siano impegnati nei diversi tipi di lavoro pastorale, tra i quali le parrocchie e le chiese o i santuari dei centri città hanno un posto preferenziale. Per mezzo di studi e di diverse pubblicazioni i religiosi sacramentini cercano di propagare la conoscenza e l’amore all’Eucaristia, offrendo così un nutrimento spirituale con varie iniziative pastorali. La preghiera davanti al Santissimo Sacramento (adorazione) ha un posto centrale nella vita personale e comunitaria dei membri della Congregazione. Questo tipo di preghiera dona loro forza e gioia, ispirazione e orientamento nella loro vita e nel loro impegno apostolico. I religiosi SSS cercano di aiutare i fedeli a scoprire le ricchezze dell’Eucaristia, sorgente di vita, e di accompagnarli nella loro ricerca per approfondire il loro amore per questo sacramento..
Il P. Eymard era morto il primo agosto 1868 di sabato, giorno tradizionalmente dedicato alla Vergine Maria. Alle 14,30 del pomeriggio, Pier Giuliano Eymard rendeva la sua anima a Dio nell’umile casa di La Mure, quella della sua famiglia, circondato dalle sue sorelle e con il solo padre Chanuet in rappresentanza della famiglia religiosa da lui fondata. Aveva 57 anni e mezzo.
I conterranei di La Mure furono i primi a proclamare la santità del loro compatriota. «Il santo è morto», dissero spontaneamente all’annuncio della sua morte. Un preludio al riconoscimento ufficiale della sua santità.
Due sono i fatti importanti nel periodo che segue la morte del fondatore: la preoccupazione di p. Tesnière di raccogliere testimonianze e il trasferimento dei resti mortali del p. Eymard a Parigi.
Albert Tesnière, ancora chierico, era presente a La Mure nel corso dell’ultima malattia del Fondatore e aveva assistito alle sue esequie. In seguito, a più riprese, egli ritornò nella regione del Delfinato per condurre la sua inchiesta: egli interroga Marianna, la sorella, testimone privilegiata dell’infanzia e della vita del padre Eymard.
Si reca al Laus, alla Salette, a Monteynard, a Chatte. Raccoglie la corrispondenza del padre facendosela inviare dai diversi destinatari o procurandosene delle copie per meglio conoscere i suoi amici. Intrattiene una fitta corrispondenza con la signorina Giraud-Jordan. Compila documenti e testimonianze importanti per preservare la memoria del fondatore. Quando il processo canonico si aprirà, molti testimoni saranno deceduti e il padre Tesnière potrà allora utilizzare con profitto i materiali a suo tempo raccolti.
Nel mese di aprile del 1876, la comunità sacramentina di Parigi si era trasferita dalla Villa Chateaubriand all’Avenue de Friedland, nel quartiere dell’Ètoile. Nel presbiterio della nuova chiesa – inaugurata il 29 settembre 1876 sotto il titolo del «Corpus Domini» – si era preparata una tomba per ricevere, al momento opportuno, i resti del fondatore.
Il 27 giugno del 1877, le spoglie furono riesumate dal cimitero di La Mure e trasportate a Parigi. Il 3 luglio il canonico Lagarde, arcidiacono di NotreDame, primo vicario generale e delegato dell’Arcivescovo, amico del padre dagli inizi dell’opera, celebrò la Messa e dopo l’aspersione di rito si procedé all’inumazione nel presbiterio, tra gli inginocchiatoi degli adoratori. Il padre Tesnière pronunciò l’orazione funebre e redasse l’iscrizione latina incisa poi sulla lastra funeraria.
Questo trasferimento a Parigi suscitò un rinnovamento della devozione verso il fondatore. Ma soltanto nel 1885 fu nominato Edmond Tenaillon come postulatore della causa e bisognò attendere fino al 1899 per la costituzione del tribunale per il Processo informativo a Parigi prima e, poi, a Grenoble. Finalmente, il 12 luglio del 1925, Pio XI poté procedere alla beatificazione del padre Eymard nella basilica di S. Pietro a Roma.
A Parigi, nella chiesa del Corpus Domini, fu allora realizzata una cappella laterale con un altare dedicato al nuovo beato. I suoi resti furono deposti dietro l’altare.
Bisognerà attendere fino al 1962 perché – debitamente riconosciuti come miracoli la guarigione di un prete francese e quella di una donna australiana – il 9 dicembre, al termine della prima sessione del Concilio Vaticano II, in presenza di una folla immensa di Padri conciliari e di fedeli, Giovanni XXIII proclami santo Pier Giuliano Eymard.
«Accanto a Vincenzo de Paoli, a san Giovanni Eudes, al Curato d’Ars, Pier Giuliano Eymard – dichiarò il Pontefice – prende posto oggi nella moltitudine degli astri risplendenti che fanno la gloria e l’onore del Paese che li ha visti nascere, ma la cui beata influenza si esercita ben al di là, nella chiesa tutta intera. La sua nota caratteristica, l’idea direttrice di tutte le sue attività sacerdotali, lo si può dire, fu l’Eucaristia: il culto e l’apostolato eucaristico».
La Congregazione
Nel ventennio che seguì la morte del fondatore, la Congregazione dei padri sacramentini ha conosciuto una profonda crisi di identità.
In realtà, la successione del p. Eymard fu rapidamente assicurata. Una settimana appena dopo la sua morte, il capitolo generale si riuniva a Saint-Maurice; il giorno 9 agosto elesse il p. Raymond de Cuers come superiore generale della congregazione.
Rapidamente de Cuers si mise all’opera. Egli notificava ai suoi consiglieri: «Sembra assai importante, per il presente e per il futuro, di comprendere bene lo scopo che noi dobbiamo dare alla congregazione e di determinare i mezzi… Il nostro Reverendissimo Padre Fondatore, venuto meno – mi sembra – prima del tempo, non ha potuto fissare invariabilmente i principi fondamentali… Sta a noi arrivare a questo risultato».
Effettivamente il padre Eymard non era riuscito a sottoporre all’approvazione canonica le Costituzioni del suo istituto, ma le aveva redatte con cura. Vi aveva lavorato costantemente fino alla fine della vita, migliorando e correggendo sulle copie che egli conservava. Ma de Cuers voleva ben altro che una semplice messa a punto di un testo. Era tutta l’opera del fondatore che veniva rimessa in questione: approvazione canonica, redazione delle Costituzioni e, in modo particolare, la dimensione apostolica dell’istituto.
Già a quel tempo, il Tesnière che era stato ordinato sacerdote il 23 dicembre del 1871, aveva pubblicato sotto il nome del padre Eymard e con il titolo La divina Eucaristia, un insieme di testi ispirati dai suoi scritti e dalle sue note.
Aveva anche ripreso la rivista lanciata nel 1864 dal padre Eymard, “Le Très Saint Sacrement” che diventerà una rivista d’informazione apprezzata soprattutto nel momento in cui si radunavano i primi Congressi eucaristici internazionali.
A Parigi, il trasferimento della comunità da un quartiere popolare ad un quartiere della classe alta della capitale, provocò un orientamento importante. Rapidamente, l’Opera della prima comunione – preziosa eredità del fondatore – cessò. L’aspetto cultuale prese una dimensione sempre più marcata. La comunità dove risiede il Superiore generale, diventa il luogo del culto solenne dell’Eucaristia e il centro della diffusione della stampa con la creazione di un “Ufficio delle Opere eucaristiche”. Nel 1881 vi si aggiunge l’amministrazione dell’”Associazione dei Sacerdoti Adoratori” con, qualche anno più tardi, l’edizione di una rivista specifica, gli “Annales des Pretres-Adorateurs”.
La predicazione di numerosi ritiri sacerdotali effettuata da p. Tesnière contribuisce all’estensione dell’opera. La sua influenza, grazie all’azione di missionari in Africa o in Estremo Oriente, supera largamente le frontiere. Fin dalle origini, grazie ancora allo zelo dei padri Tesnière, Leroyer e di altri, la congregazione favorisce l’iniziativa della signorina Tamisier e partecipa al sorgere e allo sviluppo dei “Congressi Eucaristici internazionali “.
Tuttavia si continuava ad interrogarsi sul pensiero del fondatore. Usando della sua influenza, il padre Marechal, allora assistente generale, propose un’affiliazione all’ordine benedettino: la Congregazione del Santissimo Sacramento sarebbe diventata la Congregazione dei Cistercensi dell’Adorazione. Si tendeva verso una forma di vita monastica, con costumi ed usi propri in una prospettiva puramente contemplativa. Il rifacimento delle Costituzioni, elaborata nel capitolo del 1875, andava in questo senso.
Al capitolo generale straordinario tenuto a Parigi nel novembre 1887, sotto la presidenza dell’arcivescovo mons. Richard, padre Louis Estévenon ebbe il coraggio di dimostrare, contro l’opinione maggioritaria, che il perfezionamento proposto era la negazione del pensiero stesso del padre Eymard. Da allora la maggioranza comincia a vacillare. Il padre Marechal si ritrova solo, poi si ritira (ma, fedele al suo sogno, fonderà nel 1891 i Cistercensi-Adoratori del Santissimo Sacramento, una trappa eucaristica soppressa per mancanza di vocazioni nel 1950, ndr).
Il padre Tesnière fu eletto Superiore generale. «Eletto, l’opera del padre continua», telegrafò egli stesso alla signorina Giraud-Jordan. Si ritornò al testo delle Costituzioni del padre Eymard che furono approvate definitivamente dalla Santa Sede 1’8 maggio 1885. Da allora, la Congregazione del SS. Sacramento, nonostante le misure eccezionali che l’avrebbero colpita in Francia, insieme con gli altri istituti religiosi, potè svilupparsi normalmente.